Sento ancora la terra nera (forse arsa?)
sotto i piedi
e mi duole il fianco sinistro.
Avverto il respiro delle cose:
l’acqua in caduta libera dal rubinetto,
la posa delle camicie andate dentro l’armadio,
quel pezzo del mio sentire
dietro la lampada.
Ascolto nuovamente il lavacro
dei piedi
e la scommessa che misura
distanze oblique.
Non fu né giusto né sbagliato,
mi nascosi nelle righe di una mano.
Ho conservato per te un sottile fiore.

Bisognava sentire la musica prima di averla ascoltata, a me sempre succedeva di coglierla, sviscerarla, solo dopo averla digerita.

L’ascoltavo alle dieci del primo del mese, riuscivo a rintracciarla tra le cinque e le sei di un pomeriggio qualunque.

Nutrivo il bisogno di infonderla nella rete di un filtro, magari ingiallito come quello di una sigaretta con un respiro audace, avvertirla attraverso i pori delle dita: fave fuori dal guscio.

E poi mangiarla ancora una volta, masticarla come zuppa verde e pastosa, il compimento di un rito, sale grosso e vestigia, come un tango che t’inguaia una vita. Da quando il sangue ha preso il vizio di abbandonare il suo binario azzurro, circolare sottopelle, si è fatto lingua del popolo, vino primitivo, saggezza di una moltitudine, conosciuta da pochi naufraghi.

Il tango è un verso, il rovescio giusto delle cose, gotàn. Riassunto di possibili vite, trovi tutto il mare dei sentimenti in una bottiglia. Tolto il tappo evapora in gocce di pensiero, rutto a pancia vuota, grammatica del tempo.

E lo senti strisciare nelle tue ossa, lo avverti – adesso sì – prima di sentirlo, un altro viaggiatore nel tuo destino, dietro la tua faccia gialla. Una specie di subaffitto. Lo segui, sottile, nei grani del rosario, nell’ansia del mantice: abita gli angoli. E’ una faccenda commestibile e strisciante. Una corsa mediana, che non ti giri più per guardare dietro. Hai perso il confine tra l’inseguito e l’inseguitore, guardi attraverso una lente che ti allontana di cinque millimetri dal mondo.

Il cuore pulsa come una lampadina che perde il filo, potessi farlo lo chiuderesti nella custodia grigia che conservi sotto il letto.

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