Dopo oltre vent’anni di musica con Radicanto, Raiz e Teresa De Sio, il musicista barese propone un itinerario sonoro, acustico e strumentale attraverso quindici composizioni originali per chitarra classica e mandolino. Un percorso affascinante che tende ad intessere, attraverso una atmosfera intima, l’autore allo spettatore.
Quindici affreschi sonori che hanno accompagnato Giuseppe durante tutta la sua vita, fin dalla prima sua composizione, all’età di nove anni. Sentire la musica prima di averla ascoltata: questa la chiave di lettura che muove il musicista nel suo percorso artistico.
“Il fiume mi scorre nel braccio, nei riflessi di un rigagnolo della strada di casa mia, nella posa che ritrovo sotto il mio albero, un vaso bianco: infinito minimo. Flumine una corsa che non corre, elementi distinti che si fondono, singolarità in sintonia. Il fiume è perseveranza, ed è mutazione, tutti siamo acqua ma tutti siamo diversi ora limpidi, tranquilli, dopo torbidi o agitati, sempre scossi, attraversati. Mutare nell’apparente immobilità. uscire dai bordi, abitando un letto. Torna e ritorna, si ripete senza essere uguale, deve riportare senza fine, deve ridirti che può essere mare e lago, vicinanza e distanza. Bellezza che scorre, note che viaggiano sulle corde, dita che conoscono il ricordo, nostalgie risolte nell’acqua. Flumine scava dentro senza causa ed effetto.”
(Giuseppe De Trizio)